21 luglio 1860: il primo treno parte da Udine
Il 21 luglio saranno esattamente 150 anni dall’arrivo del primo treno nel capoluogo friulano. Cinque anni prima il treno era arrivato trionfalmente a Pordenone e poi, il 15 ottobre 1855, si fermò a Casarsa, decretando la fortuna di quel paese, terminal di tutto il traffico che proveniva da cà da l’aghe. La difficoltosa progettazione del ponte sul Tagliamento, l’improvvisa uscita di scena di uno dei più valenti ingegneri ferroviari dell’epoca, Luigi Negrelli, e la cessione delle ferrovie statali austriache a una società privata, ritardarono non poco il completamento della “Veneto-Illirica”, la linea che doveva collegare Trieste con Venezia passando per Gorizia, Udine, Pordenone e Treviso, mettendo in diretta connessione Vienna e l’Austria con il Lombardo-Veneto.
Non tutti sanno, però, che il treno propriamente non arrivò mai a Udine, com’era arrivato tra grandiose cerimonie a Pordenone solo cinque anni prima, ma ne fu annunciata semplicemente la partenza per Venezia, alle 6.20 di quel 21 luglio 1860. Perché? L’atmosfera politica era molto cambiata in quel breve volgere di anni, l’Austria era stata sconfitta nel 1859 e aveva perso la ricca Lombardia, una nuova guerra di indipendenza era ormai alle porte, e non era proprio il caso di indulgere in festeggiamenti per un’opera vista come essenzialmente asburgica. La “Veneto-Illirica” andava completata il più in fretta possibile non solo per collegare Udine al resto del mondo, ma anche per non avere ulteriori intoppi e ammassare il più velocemente possibile truppe e armi sul fronte caldo al di qua del Mincio.
Ma di certo contribuì a far passare in sordina l’avvenimento anche l’atteggiamento sempre piuttosto “timido” che Udine ebbe nei confronti del treno. Fu la dinamica Trieste che si batté fin dal 1836, con personaggi quali Francesco Taddeo de Reyer e Marco Parente, perché la linea per Venezia passasse per il Friuli e toccasse Udine, e non seguisse la linea “bassa”, per Cervignano e Portogruaro, anche se più breve: era importante poter drenare traffici in aree più popolose e più ricche, anche a dispetto della brevità del tracciato.
Romano Vecchiet
Stazione di Udine (1918)
Stazione di Casarsa
Stazione di Udine (1918)
Udine e lo sgarbo all’augusto sovrano Francesco Giuseppe
Fino all’autunno del 1852 non era per nulla scontato che il treno tra Venezia e Trieste passasse per Udine. Stava prendendo forma il tracciato tra Treviso e Pordenone, ma poi le ipotesi erano ancora molto aperte: la via più breve per raggiungere Trieste (o meglio Nabresina, l’attuale Aurisina, dove la ferrovia Vienna-Trieste sarebbe di lì a poco passata) non toccava di certo Udine, ma San Vito e raggiungeva Palmanova e Gradisca per poi salire sul ciglione carsico dopo Monfalcone e congiungersi con la “Meridionale” appunto a Nabresina. Udine, che a parte una petizione del 1844 inviata al Viceré Giuseppe Ranieri d’Asburgo a Milano, poco aveva fatto per ottenere il passaggio del treno per la sua città, ha visto come la liberazione di un incubo la Risoluzione imperiale del 10 ottobre 1852 che privilegiava finalmente il capoluogo friulano. Ma qual era la contropartita che l’ing. Luigi Negrelli, il celebre tecnocrate imperial regio, aveva sottoposto a Udine? Che il Comune, vistosi finalmente accontentato, doveva almeno creare, dedicandola all’augusto sovrano Francesco Giuseppe, una larga “Bahnhofstrasse”, un ampio viale alberato che dal centro di Udine portasse direttamente in stazione. Dopo tante promesse non mantenute ed espropri che andavano per le lunghe, la stazione si costruì dov’è attualmente, ma senza il viale trionfale. Le esternazioni di Luigi Negrelli non si fecero aspettare. Così ebbe a esprimersi il 12 febbraio 1853 in una lettera inviata a Udine: “Prima di ottenere il beneficio della Strada ferrata, volavano Deputazioni sopra Deputazioni da tutte le parti. Ora che Udine ottenne l’intento, subentrano al zelo viste di privato interesse. Per cui, qualora la Città tenga a queste ultime, anche l’Amministrazione della Strada ferrata ne terrà conto, e farà passare la linea dove troverà più conveniente.” Come dire: anche in aperta campagna. Udine la spuntò, ebbe la ferrovia, e la ebbe a poca distanza dal centro, ma non sottostò subito alle ferree imposizioni asburgiche, non costruì la sua Bahnhofstrasse e preferì raggiungere la stazione ancora per molto tempo lungo via Aquileia.