Udine – Palmanova – San Giorgio di Nogaro – Porto Nogaro ( – Portogruaro)
Che anche Udine e il Friuli prima e dopo l’unità ricercassero con la ferrovia uno sbocco sul mare, era un dato di fatto che inondava le cronache e i dibattiti del tempo. Se prima del suo congiungimento all’Italia Udine austriaca meditava di tracciare una linea retta verso Sud per Palmanova, Cervignano e, appunto, il Mare (collegando questa linea con la Pontebbana, già allora in discussione), con il tracciamento dei confini a seguito della terza guerra d’indipendenza, si pensò di deviare la linea dopo Palmanova su San Giorgio di Nogaro con il doppio intento di allacciarsi alla linea bassa per Portogruaro e Mestre e creare un collegamento ferroviario con il porto di Nogaro, cosa che poi – dopo lunghe battaglie che videro tra i protagonisti ancora una volta il grande Pacifico Valussi – in effetti si compì nel 1889.
Ben diversa la storia della Cervignano-Aquileia-Belvedere-Pontile per Grado, nata durante i fasti della Belle époque e di concezione ed esecuzione tutta austriaca per fini meramente turistici. L’Austria poteva già contare su Trieste e Monfalcone per poter ambire a un terzo porto industriale a Grado. Erano gli anni in cui il turismo era quasi esclusivamente ferroviario e per valorizzare adeguatamente una località si doveva costruire una strada ferrata. Ed è così che Grado, proprio in quegli anni, godette di collegamenti prestigiosi, con carrozze dirette da Vienna, Praga e Budapest.
Tutta un’altra musica con l’annessione italiana dopo la conclusione del primo conflitto mondiale. I collegamenti diretti con le capitali europee si interruppero presto e la Cervignano-Belvedere non svolse altro che relazioni locali, perdendo definitivamente la sua importanza con la costruzione del collegamento stradale da Belvedere a Grado. Oggi una pista ciclabile si è allestita sul vecchio sedime, e pare proprio che si sia persa l’ultima occasione per collegare Udine e il Friuli, col treno, fino al Mare.